La storia della Casa Madre di Nizza Monferrato delle Figlie di Maria Ausiliatrice. In particolar modo dal periodo dell'arrivo delle FMA 1878 fino allo spostamento della sede della Casa generalizia a Torino (1929)
Stazione
Stazione ferroviaria. Piazza Dante, 37
Note bibliografiche:
​
Alberto Migliardi, Vicende Storiche di Nizza Monferrato, seconda edizione, Nizza Monferrato, 1977 , p. 208.
​
Chiara Lanzi, Nizza Monferrato, cultura figurativa tra VXI e XX secolo, Acqui Terme, 2011, p. 124 e ss.
Augusto MONTI, I Sanssòssì
​
“Una volta da Torino a Monastero Bormida -terricciuola fra Langhe e Basso Monferrato- andarci era un’impresa, un’impresa disperata: dovevi da Torino prendere la linea di Cuneo; a Cavallermaggiore discendere; a questa stazione una due ore aspettare quel treno che veniva da Moretta ed andava ad Alessandria; il quale treno arrivava con suo comodo, ti caricava e ti deponeva poi, dopo un altro par d’ore, a Canelli; di dove, per giungere a destinazione, non avevi più che a farti tre ore di stradone a piedi, su per Cassinasco, giù per Bubbio, avanti in piano fino a Monastero: ottanta chilometri tutto sommato, e tu impiegavi a percorrerli una giornata intera. Ma dal 1898 in qua le cose son più spicce assai; tu parti da Torino non più col treno di Savona ma con quello di Genova; ad Asti cambi e vai dritto fino ad Acqui; ad Acqui cambi ancora e vai fino a Bistagno; da Bistagno a Monastero ci sarà un oretta a piedi, mezza, neanche, in carrozza; sei partito circa le otto da Torino, non è che l’una dopo mezzodì e tu sei già in porto, a Monastero. E questo grazie alla linea Asti-Acqui-Ovada, che appunto fu aperta al traffico nel ’98, e che fu per quei paesi la resurrezione.
Ma papà, per andar da Torino a Monastero, se prima del ’98 passava di là per Canelli, per la più lunga e incomoda, dopo del ’98 non mutò itinerario per nulla; la nuova breve e comoda linea di Nizza per lui fu come se mai non fosse stata costruita; quando gli occorse, anche dopo del ’98, di recarsi da Torino al mio paese, o tornar di qua a Torino, sempre, fino alla morte, seguitò a batter l’antica strada; Torino-Cavallermaggiore-Cavallermaggiore-Canelli; passo di lumaca, ore di attesa ai cambiamenti di linea, orari inverosimili, carrozze sgangherate, camminate interminabili su per l’erta di Cassinasco, tra le vigne, al sole; tutta una giornata di trambusto; ma sempre, imperterrito. Papà in val di Bormida, quando gli occorse, seguitò a venirci per la via di Canelli e non mai per la via di Acqui, dalla parte di ponente e mai da quella di levante”.
Le Ferrovie ricorrono ripetutamente nelle vicende delle Congregazioni Salesiane. Ad esempio in treno avviene l'incontro fra Don Giovanni Bosco e Don Domenico Pestarino, che sarà evento determinante per la nascita delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ovvero le Suore Salesiane.
L'incontro tra Don Giovanni Bosco e il Sindaco nicese Filippo Fabiani, avvenuto in treno nel 1870, è un primo approccio per lo stabilirsi della nascente congregazione a Nizza Monferrato che ha dato vita alla loro Casa-madre, che fino al 1929 sarà anche Casa Generalizia. Proprio con l'intento di portare qui le "sue" suore don Bosco raggiunge numerose volte Nizza Monferrato. Sceso alla Stazione viene ospitato nella casa di campagna della Contessa Gabriella Corsi, che assieme alle nobili famiglie nicesi dei Bigliani e dei Balbo, perora la causa salesiana in città.
Dopo che nel 1878 le Figlie di Maria Ausiliatrice si trasferiscono nel Convento “Nostra Signora delle Grazie”, don Giovanni Bosco verrà nuovamente diverse volte a Nizza e anche in queste occasioni sarà il treno ad accompagnarlo e la stazione nicese ad accoglierlo in Valle Belbo. Negli anni la Stazione di Nizza assiste alla partenza e all'arrivo in città di decine di sacerdoti e coadiutori salesiani e di centinaia di Figlie di Maria Ausiliatrice. In particolare dal suolo e dalla Stazione Nicese dal 1911, anno dell’istituzione della “Casa Centrale per le missioni estere”, partono alla volta dei 5 Continenti, le suore missionarie. Molte di queste raggiungono l'America Latina, dove contribuiranno ad aiutare molti migranti italiani partiti, come loro, dalla propria terra natia salendo, con fede e speranza, su un treno che li ha portati lontano.
