La storia della Casa Madre di Nizza Monferrato delle Figlie di Maria Ausiliatrice. In particolar modo dal periodo dell'arrivo delle FMA 1878 fino allo spostamento della sede della Casa generalizia a Torino (1929)
Oratorio
salesiano "Don Bosco"
Note bibliografiche:
Umberto ECO, Il pendolo di Foucault, Bompiani 1988:
“Dalla terrazza si vedeva il Bricco, e sotto la collinetta del Bricco una grande costruzione disadorna, con un cortile e un campo di calcio. Il tutto abitato da figurine variopinte, bambini, mi parve. Belbo vi accennò una prima volta: è l’oratorio salesiano.”
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Don Tico (don Celi) e la banda musicale dell’oratorio....
Giubbotto cachi e pantaloni blu con berretto a visiera....
Don Tico disse che gli serviva un genis...
La tromba la imparavo da solo.... era l’unico modo per farmi notare da Cecilia.
Eravamo al capitolo sulle meraviglie dei condotti idraulici, e in un’incisione cinquecentesca dagli Spiritalia di Erone si vedeva una specie di altare con sopra un automa che - in virtù di un marchingegno a vapore - suonava una tromba.
Riportai Belbo ai suoi ricordi: “Ma allora com'era la storia di quel don Ticho Brahe o come si chiamava, che le ha insegnato la tromba?”
“Don Tico. Non ho mai saputo se fosse un soprannome o il suo cognome. Non sono più tonato all'oratorio. Ci ero capitato per caso: la messa, il catechismo, tanti giochi, e si vinceva un’immaginetta del Beato Domenico Savio, quell'adolescente con i pantaloni spiegazzati di panno ruvido, che nelle statue sta sempre attaccato alla sottana di don Bosco, con gli occhi a1 cielo, per non sentire i compagni che raccontano le barzellette oscene. Scoprii che don Tico aveva messo insieme una banda musicale, tutta di ragazzi tra i dieci e i quattordici anni. I più piccoli suonavano clarini, ottavini, sassofoni soprani, i più grandi sopportavano il bombardino e la grancassa. Erano in divisa, giubbotto cachi e pantaloni blu, con berretto a visiera. Un sogno, e volli essere dei loro. Don Tico disse che gli serviva un genis.”
Ci squadro con superiorità e recito: “Genis nel gergo bandistico é una specie di tromboncino piccolo che in realtà si chiama flicorno contralto in mi bemolle. È lo strumento più stupido di tutta la banda. Fa umpa-umpa-umpa-umpap quando la marcia è in levare, e dopo il parapapa-pa-pa-pa-paaam passa in battere e fa pa-pa-pa-pa-pa, però s’impara facilmente, appartiene alla famiglia degli ottoni come la tromba e la sua meccanica non è diversa da quella della tromba. La tromba richiede più fiato e una buona imboccatura - sapete, quella specie di callo circolare che si forma sulle labbra, come Armstrong. Con una buona imboccatura risparmi il fiato e il suono esce limpido e pulito, senza che si senta il soffio - d’altra parte non si debbono gonfiare le gote, guai, accade solo nella finzione e nelle caricature.”
“Ma la tromba?”
“La tromba la imparavo da solo, in quei pomeriggi d’estate in cui in oratorio non c era nessuno, e io mi nascondevo nella platea del teatrino...
Oratorio salesiano Don Bosco. Via Oratorio, 28-30
I salesiani arrivano a Nizza Monferrato con le Figlie di Maria Ausiliatrice e una loro comunità oratoriana sarà attiva fino al 1996.
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La prima sede dell’Oratorio maschile voluto dai Salesiani fu realizzata nel 1897 sulle sponde del torrente Belbo, dove oggi sorge il Mulino Rizzolio. Fin dagli inizi divenne un luogo frequentatissimo di incontro, di formazione e preparazione alla vita, secondo gli insegnamenti di don Giovanni Bosco. A causa di una devastante alluvione nel 1905 l'Oratorio fu quasi spazzato via. L'edificio danneggiato fu venduto e si cercò una migliore sistemazione, su un terreno donato dalle Figlie di Maria Ausiliatrice dell’Istituto Nostra Signora delle Grazie, sulla strada verso Vaglio Serra, divenuta poi successivamente via Oratorio. In due anni di febbrili lavori furono allestiti i locali idonei per accogliere i ragazzi.
Nel 1907 Don Fligura, nuovo direttore, inaugurò il ricostruito Oratorio, nella sua seconda sede nicese. Nel 1912 la struttura venne ampliata con nuove sale, mentre nel 1923 si iniziò a costruire il teatro e il campo sportivo, dove nel 1924 nacque la Voluntas, la società sportiva oratoriana che, da allora sino ad oggi, si occupa dell'attività calcistica giovanile. Nel 1924/1925 venne cintato il campo sportivo. Nel 1941 arrivò a Nizza don Giuseppe Celi, un piccolo e modesto sacerdote salesiano, che diede un impulso straordinario all'opera di Don Bosco e all'Oratorio, sua migliore espressione Tra i vari sacerdoti salesiani che si sono qui alternati nel tempo si ricordano in particolare:
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Don Ferdinando Maccono: biografo e postulatore delle cause di Madre Mazzarello e di Suor Teresa Valsè Pantellini;
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Don Giovanni Battista Lemoyne: autore delle “Memorie Biografiche” di Don Bosco;
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Don Clemente Bretto: ideatore, accanto alla scuola, di un osservatorio meteorologico, quale utile complemento degli studi secondari che vi si compivano;
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in ultimo il già citato Don Giuseppe Celi: grande educatore e formatore di giovani, del quale si vorrebbe introdurre la causa di canonizzazione.