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Casa
di caccia 
dei conti Corsi

Casa Conti Corsi

Cascina di Caccia. Strada San Vitale, 13

Don Giovanni Bosco, dopo che nel 1870 incontrò in treno il Sindaco nicese Filippo Fabiani, ebbe ripetute occasioni per frequentare Nizza Monferrato.

Ad invitarlo a soggiornare nella sua casa campestre fu la Contessa Gabriella Corsi di Bosnasco, nata Pelletta  di Cossombrato; Don Bosco accettò tali inviti e qui, nell'amena campagna nicese, potè dedicarsi ai suoi lavori e al tempo stesso godere di un pò di sollievo lontano da Torino. Don Bosco fu ospitato in una casa signorile che presentava adiacente un fabbricato rustico, entrambi contornati da un bel boschetto. Era situata lungo il pendio occidentale della Squarza verso la valle chiamata del Carretto, luogo che oggi è compreso e identificato dalle Strade Villalta e San Vitale. Quando qui soggiornava, oltre che dalla Contessa Corsi, Don Bosco era attorniato dalla Contessa Maria Bigliani e dal Conte Cesare Balbo (rispettivamente figlia e genero della Contessa Gabriella), oltre a loro qui si avvicendavano di continuo a colloquio numerosi Sacerdoti e Amministratori Pubblici. Il Papa aveva chiesto a don Bosco di compilare una lista di sacerdoti, che per scienza, prudenza ed esemplarità di vita, fossero ritenuti abili a reggere una data diocesi, e queste liste sarebbero state segretamente comunicate alla Santa Sede. Vista la tensione tra lo Stato e la Chiesa il contatto con i sacerdoti interessati sarebbe dovuto avvenire nel massimo riserbo e la campagna nicese e l’ospitalità dei Conti era ottimale. Proprio qui nella campagna nicese tra l'altro fu deliberato l'acquisto del Liceo di Alassio per mano Salesiana e sortì per Nizza i suoi frutti nel 1877. In quell'anno infatti Don Bosco acquistò il Santuario Nostra Signora delle Grazie, l'annesso fabbricato e gli estesi adiacenti terreni, su cui sorserò, da lì a poco, prima la Casa Madre delle Figlie di Maria Ausiliatrice e, anni dopo, anche l'Oratorio Salesiano. Questa Casa di Caccia dopo essere appartenuta ai Conti Corsi di Bosnasco passò poi ai Baroni Tecco e oggi è di proprietà di acquirenti stranieri.

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